CANTO DEL RIBELLE
In quest'epoca greve d'estremo passaggio
fra le imprese d'un tempo e i divani dell'oggi
ove Arditi e Legioni dall'istinto ferino
hanno eredi frollati dall'occhio bovino
Nella moderazione di chi ha perso il coraggio
di accettar col sorriso ogni invito all'ingaggio
è l'amara sconfitta di una generazione
che ha ormai perduto ogni spinta all' azione
Ma sotto alle ceneri dei loro coglioni
arsi da mille sottomissioni
la debole brace d'una rabbia sopita
non attende che un soffio per rinascere a vita
E per stimolar quella timida brezza
io voglio cantare della sregolatezza
che porta a puntare la prua alla tempesta
a scansare le file per mettersi in testa
Quella goccia di pece nell'acque tranquille
che ha bruciato Troia fra mille faville
è la stessa scintilla che ritroverai
nel sorriso tirato di chi è in cerca di guai
non pretendo di certo che possa capire
chi è tanto assuefatto al continuo servire
il rogo che arde nel cuore di quello
che girandosi a destra vi trova un fratello
Entrar nella mischia con sguardo sereno
godere l'ebbrezza di togliere il freno
in te rinascono istinti ancestrali
che ti rendon uomo di fronte ai maiali
che non temi il sangue e nemmeno il dolore
son noia ed inedia che ti fanno orrore
la mano levata a toccare le stelle
la voce chiara d'un canto
ribelle!
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